il treno MagLev

Ecco la serie di articoli e interventi pubblici che ho promosso dal Consiglio comunale di Prato in favore del treno MagLev e della Commissione speciale sul Credito.
Il MagLev è il simbolo di come si possa alimentare lo sviluppo tecnologico per fare economia fisica buona, che accorcia le distanze, riduce l’inquinamento provocato dalle automobili, innalza la qualità della vita, crea produzioni di alto livello, migliora le competenze dei lavoratori, sfida l’ingegno umano, rafforza il know-how delle nostre aziende, crea valore sociale e per una volta manda la Toscana all’avanguardia. Ma costa…Chissà la cupola del Brunelleschi quanto l’è costata…

Il problema delle risorse tira in ballo il meccanismo del Credito pubblico.
Così adesso posso spiegare a quelli che si facevano beffe della proposta del MagLev: essa simboleggia l’intervento pubblico che guida lo sviluppo generale oltre la logica dei ragionieri, dei folli limiti autoimposti di Maastricht, dei piani di austerità prolungati all’infinito che stanno consegnando l’Italia ad una crisi senza fine. MagLev è il simbolo di come sfidare i tabù e fare economia fisica per la gente. Tutto si collega, come vediamo, e se vogliamo far progredire la democratica Europa, per non assistere più alla tristissima visione di popoli alla fame, a Stati sovrani col cappello in mano a chiedere un aiuto, beh dobbiamo riformare il settore finanziario, i meccanismi del Credito. Salviamo la Gente e Riformiamo la finanza, facciamo la separazione bancaria, la Glass-Steagall. Zittiamo i falchi del pareggio di bilancio, superiamo i blocchi mentali e abbandoniamo la politica dei numeri magici  (il 3%, il 60%) i numeri di Maastricht sono buoni solo per giocarli al lotto. Qui stiamo giocando con la vita delle persone. Abbandoniamo dunque gli imitatori di Hoover e rilanciamo la figura di FD Roosevelt. Torniamo a Glass-Steagall, e finanziamo l’economia fisica, le opere pubbliche e salvaguardiamo quel bene comune che stiamo intaccando pesantemente. Ecco spiegato il perchè del trenino MagLev.

Pertanto, con la Commissione del Credito abbiamo spiegato che l’attuale sistema finanziario mondiale sta facendo mancare risorse a famiglie e imprese per impiegarle nel casinò mondiale delle borse. Costruire un MagLev non converrà a nessun privato, anche perché impiegare ingenti risorse che produrranno dei ritorni in un orizzonte temporale a medio-lungo termine non interessa a chi guida una banca d’affari che con un clic sui derivati sa di guadagnare in un anno quelle cifre che un MagLev non può dare.
Di contro, il MagLev attiva lo sviluppo reale diffuso, concreto.
Ecco che ci vuole la visione coraggiosa dell’uomo che seppe risollevare le sorti del suo Paese dalla grande Crisi del 1929, senza finire in dittatura (mentre in diverse parti d’Europa ci finimmo, ahinoi), ma rafforzando la democrazia: il presidente Franklin Delano Roosevelt.
Cosa fece quell’uomo?
Guidò lo sviluppo, fece del dirigismo economico – oggi ritenuto cosa ripugnante – poichè serviva un vasto programma di ricostruzione delle infrastrutture, necessario per rimettere in moto l’economia USA.

Per far funzionare un’economia fisica ci vuole un sistema finanziario che accompagna lo sviluppo.
Un governo che emette denaro sotto forma di credito.
Un governo che fa semplice spesa pubblica?
Non è così banale! Perchè alimenta lo sviluppo delle capacità cognitive-creative della natura dell’uomo.
Quel che serve è un sistema a guida pubblica che sostiene grandi progetti di investimento pubblico, che rafforza così anche il sistema bancario privato.
Oggigiorno, invece, la moneta è privata e i governi la devono prendere a prestito a tassi di mercato, è qui che nasce la storia dei diktat dei mercati finanziari sulla politica. Ed è qui che si gioca lo scontro tra Politica e Mercati.
Quando si cita la figura di Alexander Hamilton, si indica l’esempio della Banca Nazionale, che assicura il credito nazionale, nella forma di denaro o di impegno ad emetterlo, per finanziare i grandi progetti infrastrutturali (il MagLev nel nostro caso).

MagLev: forzare i limiti concettuali dei benpensanti

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